Cinema 91/2, riparte con Moonrise Kingdom la rassegna delle Fornaci

moonrise kingdomTorna giovedì 17 gennaio all’Auditorium Le Fornaci di Terranuova Bracciolini la rassegna “Cinema 91/2” dedicata alle pellicole d’essai e alla scoperta del genere documentario che trova nell’annuale festival “Sguardi sul reale” il suo culmine. “Le proiezioni, spiegano Raffaello Ruggeri e Tommaso Orbi di Macma, proporranno una selezione dei migliori titoli della stagione e si svolgeranno ogni giovedì alle 21.30. Il primo appuntamento è, giovedì 17 gennaio alle 21.30, con  “Moonrise Kingdom – Una fuga d’amore” di Wes Anderson, una commedia brillante di un regista contemporaneo che ha aperto Cannes e che grazie alla sua capacità narrativa poetica e il consueto gusto visivo si interroga sull’avventura della vita”. Sarà poi la volta di due anteprime toscane: “Il 24 Gennaio le Fornaci ospiteranno “Marley” di Kevin McDonald, continuano Raffaello e Tommaso, ritratto umano intenso e poetico che grazie ad un gran numero di documenti ed interviste inedite svela una delle figure musicali più emblematiche dei nostri tempi, Bob Marley”. “E il 21 Febbraio – proseguono, grande attesa per l’altra grande anteprima, “Marina Abramovic – The artist is present” di Matthew Akers, pellicola dedicata ad un’icona della performance art  e della ricerca di interazione con il pubblico, capace di sfidare come nessuno i limiti del corpo umano”.

Da non perdere tutti gli altri film in programma: il 31 Gennaio, Terramatta di Quatriglio, che narra la storia straordinaria di un bracciante siciliano analfabeta ( interverranno Chiara Ottaviano, produttrice e co-sceneggiatrice e Stefano Beccastrini), il 7 Febbraio “Reality” di Matteo Garrone, il racconto un po’ surreale di un pescivendolo napoletano che dopo un provino televisivo inizia a comportarsi nella vita quotidiana come un concorrente del Grande Fratello, il 14 Febbraio “La sposa promessa” di Rama Burshtein, dramma al femminile ambientato a Tel Aviv ed infine il 28 Febbario, “Argo” di Ben Affleck, film poliziesco in stile thriller anni ’70 con al centro una vicenda politica realmente accaduta.

Gioele Dix al Mecenate con Nascosto dove c’è più luce

gioele dixVenerdì 18 gennaio alle 21.15 al Teatro Mecenate di Arezzo, appuntamento con Gioele Dix in Nascosto dove c’è più luce. Gioiose, spudorate, rabbiose, sofferte opinioni di un comico. Lo spettacolo è scritto e interpretato da Gioele Dix, un diario di annotazioni e memorie, in bilico fra verità romanzate e bugie più che plausibili.

Cronache esilaranti e amare, in perenne altalena fra riso e pianto, fra minuzie e massimi sistemi che si trasformano a vista nel copione di una
commedia. Perché è il frastuono dell’esistenza a generare sempre le battute migliori.

Giovanna al rogo in scena al Dante di Sansepolcro

Giovedì 17 gennaio alle 21 al Teatro Dante di Sansepolcro, va in scena Giovanna al rogo per l’adattamento e la regia di Maria Grazia Cipriani con Elsa Bossi, Nicolò Belliti, Giacomo Vezzani, Andrea Jonathan Bertolai, Dario Cantarelli. I volti di Renée Falconetti (Dreyer 1928) e di Ingrid Bergman (Rossellini 1954). Visionaria e mistica, fuori dallo schermo, Giovanna d’Arco vive ora nello spazio circolare, ruvido e terroso, creato per lei dal Teatro del Carretto. Forse un riparo, un rifugio nella foresta, una prigione a cielo aperto, un angolo di accampamento, una enclave della mente dove elaborare progetti di vita o itinerari di morte. Eroina antica dal volto moderno, santa fanciulla di Francia chiamata a un compito più grande della sua età, perse la vita non ancora ventenne sul rogo dell’eresia e della ragion di stato nel 1431.

Violentata, profanata, seviziata, torturata, ridotta a strumento nelle mani dei suoi aguzzini, Giovanna vive la condizione di tante donne oggi nel mondo, più o meno “civilizzato”, vittime di carnefici interni, i familiari, gli amici, i compagni e di predatori esterni, perché prime vittime innocenti di qualunque guerra. In questa via crucis Giovanna, vergine guerriera, donna consapevole cerca di fare i conti col presente, di sopravvivere alle ingiurie dell’estremismo montante, di uscire da questa gabbia smantellata dalle memorie televisive di Abu Ghraib e inghiottita fatalmente dal rogo della follia liberatrice del teatro.