Jade e Meganoidi nel weekend live del Karemaski

meganoidiJade e Meganoidi, ecco gli ingredienti per un weekend a base di grande musica al Karemaski di via Edision ad Arezzo. Venerdì 7 dicembre appuntamento con Bpm, il drum’n’bass party con la musica di Jade. A seguire ci sarà il djset di Animal Defection. Da sempre una delle figure che ha contribuito a definire il suono della neurofunk, Jade non ha bisogno di presentazioni. Attingendo da una vasta gamma di influenze musicali tra le quali Konflict, The Prodigy e The Crystal Method, il produttore ungherese ha creato hit dietro hit negli ultimi undici anni di carriera. Jade è diventato parte integrante della scena neurofunk, ed i suoi pezzi sono stati remixati da pesi massimi del genere come Phace, Audio e Icicle. Dopo numerose e massicce collaborazioni con i Black Sun Empire, un potente Bootleg di Dick Dale – ‘Misirlou’ (aka ” The Pulp Fiction Theme”), e con un atteso album in uscita su Citrus Recordings, Jade ha ultimamente focalizzato il suo lavoro e il suo talento al servizio della propria etichetta “Eatbrain”. Dopo di lui al Karemaski ci sarà il djset di Animal Defection, la crew aretina composta da 3 dj/producers.

Sabato 8 dicembre alle 23.30 al Karemaski appuntamento con i Meganoidi in concerto. A seguire ci sarà il live set di 2Kings Family. I Meganoidi, gruppo musicale genovese caratterizzato dalla scelta dell’indipendenza artistica e dall’autoproduzione, è nato con grosse influenze ska-core venato di punk. La band ha negli anni mutato stile fino ad approdare attualmente ad un post-rock più lento e fluido. Il gruppo si è formato nel 1997 originariamente composto da quattro elementi, voce, chitarra, basso e batteria, si è ampliato nel 1998 con l’inserimento della tromba. Nello stesso anno esce la loro prima demo, Supereroi vs Municipale, composta da cinque canzoni ska. Tre anni dopo si aggiungono alla formazione un sassofonista ed un percussionista (la iena Francesco “Cisco” Di Roberto), e viene realizzato il primo album, Into the Darkness, Into the Moda, con il quale i Meganoidi diventano famosi. Fra i brani più famosi della band King of ska e Supereroi, singolo estratto dall’album Into the Darkness, Into the Moda, celebre per essere divenuto la sigla del programma tv Le Iene e poiché nel video musicale, che nel 2001 e 2002 viene passato dai principali network televisivi italiani, compare il duo comico Luca & Paolo nelle vesti dei “municipali” (due vigili della polizia). Per il loro secondo album, Outside the Loop, Stupendo Sensation, bisogna aspettare altri due anni. Con il nuovo lavoro il gruppo si sposta verso un più sperimentale alternative rock/punk. A questo album appartiene una delle canzoni più popolari, Zeta Reticoli, il cui videoclip è stato uno dei più trasmessi durante il 2004 da Mtv. Nel maggio 2005 viene pubblicato And Then We Met Impero, Ep dai toni progressive e malinconici, che rivela grandi influenze dei Pink Floyd. Il terzo album Granvanoeli è del 2006 e presenta cinque pezzi cantati in italiano. Nel 2008 i Meganoidi entrano in studio per le registrazioni del nuovo Al Posto Del Fuoco, un disco tutto in italiano. I Meganoidi da febbraio 2012 conducono la trasmissione “Tempo da perdere” su “OkRadio.it”.

Norge al Velvet, la tribure band dei Led Zeppelin

norgeWeekend lungo e a tutto live al Velvet Underground di Castiglion Fiorentino dove questa settimana arriva la tribute band dei Led Zeppelin. Come ogni mercoledì il 5 dicembre appuntamento con il cervellone gioco a premi con divertimento assicurato. Giovedì 6 dicembre torna la serata Rock-a-Lula con la musica di Joe Delirio, mentre venerdì 7 dicembre spazio al concerto dei Norge, la tribute band dei Led Zeppelin. Norge è il gruppo che ha il merito di far rivivere nella sua cornice ideale, cioè dal vivo, la musica di quella che rimane, ancor oggi, una delle band più elettrizzante, potente ed originale della storia del rock. Ad ogni concerto Francesco Bottai, Alex Raimondi, Jacopo Meille, Luca Raddi e James Henry Downes accettano di mettersi in gioco proponendo le canzoni che hanno reso immortale il mito degli Zeppelin e lasciandosi andare ad infuocate improvvisazioni nel più puro stile seventies. In ogni live, accanto ai classici quali Black Dog, Heartbreaker, Since I’ve Been Loving You, Stairway To Heaven e Whole Lotta Love, i Norge attingono dal repertorio di Page, Plant, Jones e Bonham portando alla luce altre pietre miliari della discografia della band che, più di ogni altra, continua ad essere incredibilmente attuale, rendendo così ciascun concerto un evento unico ed irripetibile.

Sabato 8 dicembre al Velvet appuntamento con Jimy mc Ghee e il video djset di Paolo Brasini, mentre domenica 9 dicembre ci sarà il live di Black eyed dog. Il progetto Black eyed dog nasce dalla mente di Fabio Parrinello. Nato a Varese, imbraccia la chitarra all’inizio degli anni ’90 ascoltando i Nirvana e viaggia tra Europa e Stati Uniti. Prende stanza a Londra, dove rimarrà 4 anni suonando nel circuito dei club di Camden Town. Al suo ritorno in Italia dà vita al progetto Black Eyed Dog. Nel 2007 esce “Love is a Dog from Hell” (Ghost Records/Audioglobe, 2007), liberamente ispirato alla poetica di Charles Bukowski. Viene nominato tra i migliori esordienti dell’anno; questo permette a Black Eyed Dog di esibirsi sul palco di Arezzo Wave. Nel 2009 le canzoni provate in tour prendono forma concreta; ne consegue la pubblicazione del secondo album “Rhaianuledada (Songs to Sissy)”, che conferma Black Eyed Dog come uno tra i più validi cantautori nostrani. Suona al prestigioso “The South by Southwest” ad Austin, Texas e nei locali dell’ East Village a New York City. E’ stato scelto per suonare al “Sound City Festival” a Liverpool nel 2011. Ai primi due lavori fa seguito un Ep, “La Canzone di Chico”, per la prima volta in italiano (2011) con la produzione artistica di Cesare Basile che vede fra gli ospiti Fabrizio Cammarata aka The Second Grace e la violinista magiara Zita Peto. Il terzo album “Too Many Late Nights” è stato registrato a febbraio negli studi palermitani di Fabio Rizzo (Waines/800A Records) e mixato da Hugo Race (Nick Cave and The Bad Seeds) e J.D. Foster (Calexico, Marc Ribot, Vinicio Capossela). Fabio Parrinello è stato affiancato in maniera stabile da Anna Balestrieri ed Alessandro Falzone, due polistrumentisti e cantautori. La collaborazione in fase compositiva con Anna ed Alessandro ha portato la band a virare verso un genere musicale da loro stessi definito “punkromanticpsychoblues”, che alterna le nuove composizioni decisamente orientate alla dimensione dei live alle classiche ballate, riarrangiate per tenere alto il ritmo dello spettacolo.

Doppio appuntamento con l’arte a Palazzo Chianini e Sant’Ignazio

Marcali - rievoluzioneDoppio appuntamento con l’arte contemporanea grazie alle mostre di Giancarlo Marcali, “Anime di calce” a palazzo Chianini-Vincenzi dal 9 dicembre 2012 al 20 gennaio 2013, e Antonella Capponi, “Perspicere” a Sant’Ignazio nelle stesse date. L’inaugurazione è per entrambe domenica 9 dicembre rispettivamente alle 18,30 e alle 19. Sono curate da Fabio Migliorati, direttore per le attività espositive del Comune di Arezzo. Orari, sempre per entrambe: venerdì 16 – 19; sabato e domenica 11 – 13 / 16 – 19. Ingresso libero.

Anime di calce” è il nome di un progetto d’arte che Marcali conduce ad Arezzo da Venezia, dopo il successo a Palazzo Zenobio: un lavoro fatto di sincerità dello sguardo, di pura visione come memoria del dolore. L’offerta corporale si basa sempre sul disagio fisiologico più o meno grave – basti la spiazzante, estrema installazione luminosa esposta nell’atrio del palazzo di via Cesalpino e visibile già dall’ingresso attraverso la vetrata, fatta di 33 radiografie di individui morti per cancro. Si chiama, appunto, “La memoria del dolore”. Scrive Fabio Migliorati in catalogo: “L’estetica del lavoro di Giancarlo Marcali narra col fascino autobiografico del disagio, nell’esercizio poetico di un pudore che preme e soffoca. La decadenza dell’amarezza fa posto però alla tenerezza della storia personale, vibrando presto dalla plastica stratificata e ricoperta di nitrato d’argento al ricordo commovente dell’identificazione. Il dolore cantato da Marcali è taumaturgico: tanto nostro da divenire capace di saper curare”.

Giancarlo Marcali nasce a Richterwil nel 1963; vive e lavora a Milano e, dopo il Laboratorio di Arti Visive di Pavia, si laurea in Arti Aborigene e Culture delle Isole del Sud-Pacifico alla New South Wales University di Sidney. Sviluppa la sua ricerca artistica con un percorso nella coscienza del dolore. Quanti tipi di dolore lacerano l’umanità? Infiniti, sebbene tutti lascino una traccia del loro passaggio, una cicatrice, visibile o meno. A dispetto delle nostre diversità, Marcali ci riunisce tutti in virtù della nostra comune essenza, ricordando che il dolore di ciascuno ha sempre il diritto di essere espresso.

La sala S. Ignazio ospita invece Antonella Capponi, artista umbra il cui percorso espressivo si lega al tema del cammino interiore, in una ricerca che la impegna dal 1992. “Perspicere” accomuna l’esperienza degli ultimi dieci anni in una coerente pseudo-antologica tutta giocata su un’attenta osservazione dello spazio (ambientale, umano, materiale). Dai due cicli “Venti” (2004) e “Sviati” (2009), presentati nelle ultime personali romane, alle “Opere attive”, così definite perché numerate progressivamente, mostrando quella fenditura circolare che diventa una sorta di grande falla in grado di rendere visivamente concreto il linguaggio astratto. “Realizzata appositamente per ‘Perspicere’ – precisa sempre Fabio Migliorati – l’opera ‘Le Nide, uno spazio altro’descrivela dimensione ovattata dell’accoglienza e della crescita: luogo riparato e protetto,quasi una sorta di alcova, riservato al più alto grado di sensibilità, ove è possibile ritrovare la parte distante, quella perduta e celata in ognuno di noi. ‘Le Nide’ vuole essere l’eterno presente, una specie di luogo che non conosce la fine e in cui non è possibile alcun futuro”.

Antonella Capponiha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Perugia, nel cui ambito inizia la propria ricerca pittorica che si basa su un utilizzo di materiali plastici di derivazione industriale. Nel 1988, con l’opera“Cubo”,nascono le prime sculture aeree: installazioni e opere ambientali da cui emerge una ricerca incentrata sul concetto di limite / soglia. La sua tecnica si giova di colle, plexiglass, neon, led luminosi, incisioni laser – da cui l’artista crea quella trasparenza capace di cercare l’archetipo simbolico del mistero Tempo.