Informale, Corpora e Scanavino in mostra a Sant’Ignazio

La mostra “Informale”, di Antonio Corpora ed Emilio Scanavino, alla sala Sant’Ignazio di Arezzo, (inaugurazione domenica 20 maggio alle 18) resterà aperta fino al 29 luglio, curata da Fabio Migliorati. Tra la fine dei Sessanta e la metà dei Settanta nel periodo della loro piena maturità, e dopo una feconda esperienza riconducibile all’informale più classico, Antonio Corpora (Tunisi, 1909 – Roma, 2004) ed Emilio Scanavino (Genova, 1922 – Milano, 1986) raggiungono la stabilità linguistica, rivolta, per l’uno, alla manifestazione della luminosità espressiva tramite il colore (Corpora), per l’altro all’interpretazione del peso esistenziale mediante il segno (Scanavino). Venti le opere in mostra, molte delle quali di rilevante formato.

 

Attraverso ‘Informale’ non si ha la pretesa di condensare l’esperienza dell’arte informe italiana, ma  riattualizzare un connubio espressivo che è stato ed è confronto stilistico compiuto: da una parte il colore di Antonio Corpora, freddo e vibratile perché tagliente, fatto di incroci tra piani e superfici; dall’altra il segno di Emilio Scanavino, rappresentazione di rapporti tra vita e mondo, condizione umana e possibilità, esistenza e futuro, per una semiotica della realtà destinata, dell’esperienza obbligata, del ruolo universale, finalistico, teleologico.

 

Orari visite: venerdì 17-20, sabato e domenica 11-13 / 17-20.

Le ‘Simbologie materiche’ di Maraldi e Zoffoli esposte nei palazzi di Comune e Provincia

E’ una mostra quasi itinerante quella aperta con il patrocinio della Presidenza del Consiglio Comunale e dell’Università degli studi di Siena, dal titolo “Simbologie materiche” degli artisti Adriano Maraldi e Decio Zoffoli organizzata e curata da Barbara Rossi. Doppia infatti la sede espositiva. Quella di Palazzo Comunale, che ospita le opere dei due autori nel cortile e nel loggiato al secondo piano, e quella del Palazzo della Provincia che apre il suo Atrio d’Onore e il Giardino Pensile. L’esposizione resterà aperta fino al 10 giugno con orario: a Palazzo comunale, dal lunedì al venerdì dalle 8,30 alle 13 e dal martedì al giovedì dalle 15,15 alle 17,45. In Provincia: dal lunedì alla domenica dalle 10 alle 12,30 e dalle 16 alle 19.

 

La mostra unisce al suo interno percorsi di pittura e scultura. Adriano Maraldi e Decio Zoffoli, entrambi artigiani e ricercatori della materia, come pura essenza artistica, affrontano attraverso l’uso di materiali poveri e di riciclo il tema della comunicazione. Un dialogo alternativo quello con i pesci di Maraldi in cui la solitudine e la desolazione dell’artista si riflette in opere come Ombrelloni in libertà o l’Uomo che parlava ai pesci (2011). In un mondo dove la cultura appare quasi da ostacolo all’economia, l’unica forma libera dall’inettitudine del dialogo sembra apparire proprio lo scambio con la natura. Tele impastate di terre e colori acrilici sono impreziosite da venature rese brillanti da pennellate color oro. Maraldi è un’artista a tutto tondo, un acuto osservatore silente del passato come del presente. Specializzato nella tecnica calcografica, si serve di una carta trattata usata nell’industria elettrotecnica, per esprimere il suo disegno più virtuale e luminoso. Da questo materiale inizia la raccolta degli oli su carta eseguiti tra il 1980 e il 2000. Sono un esempio: Dentro la balena, Valutazione dell’opera e Interreligioso. Condotte a tecnica mista o acrilico su pannello sono invece le opere dedicate al suo mare di appartenenza, l’Adriatico, che mai si stancherà di dipingere in situazioni calate nel quotidiano: Ore 11,30 a Cesenatico, Ore 12,30 a Cesenatico, In compagnia dei pesci, Oggetti in cerca di equilibrio. Ricerca del colore studiata in quest’ultimo trittico di opere eseguite negli anni Ottanta, una trasformazione dell’immagine in oggetto fluttuante che indaga e si perfeziona tramite il linguaggio della video-art: da qui il video realizzato a Parigi, sua città di adozione, nel 1983 per la regia di Jean-Francois Reveillard, Objets libres. Maraldi è anima di Artigianalculture, associazione che vuole tenere uniti i maestri d’arte, artigiani e studenti usciti dall’università, ovvero l’idea, il macchinario e la conoscenza: una neo – bottega rinascimentale con i caratteri della modernità.
Forse dobbiamo ritornare all’ascolto di noi stessi come sussurra l’Eco del Mare o comunicare più con le nuove generazioni come si comprende nelle Chiacchiere di Decio Zoffoli, entrambe opere eseguite tra il 2010 e il 2011. Formatosi fin da giovane nella bottega del padre, Zoffoli si è specializzato nel plasmare materiali duttili come la terracotta e il cemento. Per l’artista è fondamentale comunicare con l’espressione delle sculture tanto da ritrarle sempre con la bocca aperta. In ginocchio, Attesa o Ali della Libertà, come percepiamo dal titolo, sono opere che racchiudono un significato metaforico dei tempi e consequenza quasi minacciosa del periodo in cui viviamo. Condizionamenti che impediscono all’uomo di liberarsi dai soprusi e dalle ingiustizie continue che richiede lo stare civilmente in una comunità: prima o poi ognuno è chiamato a rispondere delle proprie omissioni. La corruzione, abuso dal quale l’individuo si sente ingannato, è celata nelle spoglie dell’opera intitolata Il giudice. Rappresentata da una lama liscia e tagliente si appoggia contro una figura ieratica, imparziale, umile agli occhi del mondo su cui per primo l’artista si immortala ergendosi a giudice di sé stesso. Le donne di Zoffoli sono un inno alla femminilità, elaborate con estrema delicatezza nelle pose più svariate racchiudono la capacità di sfruttare appieno la forma dentro il suo spazio che si risolve nella posa plastica. Appartengono a questo corpus di opere Donna dall’Africa avvolta nell’elegante silhouette di rame e ferro, Ballerina2 e Flamenco dove la terracotta modellata si moltiplica in tante pieghe restituendo alla struttura dinamicità e leggerezza. Volti altrettanto femminili sono ritratti nella serie dei Vasi finemente decorati di perle, vetro e ceramica. Chiude la carrellata di opere una Marilyn mozzafiato ritratta nella celebre scena in cui la gonna del vestito bianco è sollevata dal passaggio di un treno della metropolitana e destinata diventare l’icona del cinema del XX secolo.

 

Altre opere sono visibili al Caffè Sandy di via Garibaldi 65, da Lella Pepe in via Vittorio Veneto, da Lapini in Corso Italia, presso DeiBardi.arte in Piazza Grande, Mirella Terziani in via Madonna del Prato 24, Ottica Vogue in via Garibaldi 56/58, Carlo Pini in via Garibaldi 186/182, Al Fogher al Ponte alla Chiassa.

L’Assunzione della Vergine di Vasari torna a Monte San Savino dopo il restyling

Sono passati 1 anno, 1 mese e 15 giorni e adesso, a conclusione del lavoro di restauro effettuato dal Consorzio R.I.C.ER:C.A. nei locali messi a disposizione dal Comune di Arezzo a piano terra di palazzo Cavallo, l’opera di Vasari, Assunzione della Vergine, è tornato nella sua sede di Monte San Savino, nella Chiesa di S. Agostino. E’ qui che verrà presentata ufficialmente venerdì 18 maggio alle 17 l’opera dopo il restyling.

 

L’iniziativa, dopo il saluto delle autorità, prevede la proiezione del video sul restauro curato da Piero Comanducci e l’intervento della sen. Maria Pia Garavaglia (membro della 7ª Commissione permanente – istruzione pubblica, beni culturali, ricerca scientifica, spettacolo e sport) e il contributo del prof. Claudio Strinati (storico e critico d’arte di larga fama e credito internazionale). Il restauro “aperto” della Pala effettuato nella sede del Comune di  Arezzo, ha avuto una risposta di pubblico lusinghiera con la presenza di 4370 visitatori tra i quali anche personalità e noti specialisti della storia dell’arte,  primo fra tutti S. E. Cardinale Gianfranco Ravasi, e anche Mina Gregori, Giorgio Bonsanti, Julian Kliemann, Catherine Mombeig Goguel, Carmen Bambach, Bert W. Meijer, e molti altri.

 

Il cantiere ha offerto ai visitatori l’opportunità ‘unica’ di una vicinanza fisica con l’opera d’arte che ha prodotto emozioni inusuali ed ha consentito, anche ai meno esperti, di vivere un’esperienza personalizzata e di comprendere una professione complessa.

Di particolare soddisfazione è stato il lavoro intrapreso con le scuole di Arezzo e provincia in un rapporto che continua anche nell’anno 2012 e che vedrà la conclusione del Concorso “Giorgio Vasari: un cittadino aretino del Cinquecento” con il patrocinio del Comune di Arezzo- Assessorato alle Politiche Sociali e della Provincia di Arezzo.

Dal Maccherone al cinghiale, fine settimana di Sagre

Dal 16 maggio al 3 giugno appuntamento a Battifolle per la tradizionale Sagra del Maccherone, giunta quest’anno alla 32esima edizione. Non solo maccheroni però, ci saranno anche tantissimi altri piatti della tradizione aretina. E la Polisportiva Battifolle in occasione della sagra organizza anche il corso pratico «i maccheroni» per tramandare una delle più antiche tradizioni culinarie locali: l’arte di impastare, spianare e tagliare a mano la pasta all’uovo con lo scopo di ottenere uno dei prodotti tipici della nostra tavola. La Polisportiva metterà gratuitamente a disposizione di tutti i partecipanti l’esperienza delle collaboratrici detentrici delle conoscenze tramandate dalle nonne che hanno reso il maccherone uno dei piatti più ambiti e maggiormente diffusi. Un modo per tramandare di generazione in generazione i segreti culinari della nostra tradizione. Per info ed iscrizioni: www.battifolle.org, info@battifolle.org, 347/1812021. La partecipazione è gratuita.

Prosegue fino a domenica 20 maggio a Castiglion Fiorentino la tradizionale Sagra del Cinghiale nello spazio del Foro Boario, la manifestazione è giunta quest’anno alla trentacinquesima edizione